venerdì 13 gennaio 2012

La vita, l'amicizia e l'amore. Un matrimonio a latitudine zero.



In ottobre, una delle Matite è volata sulle Ande per partecipare come damigella d'onore al BIG DAY di una sua grande amica, conosciuta allo IED Milano e sempre ritrovata oltre i chilometri, gli oceani, il tempo.
Una storia di vita, amicizia e amore.

A dicembre 2010 mi è stato chiesto da una grande amica di partecipare al suo matrimonio come damigella d'onore.
Dopo un attimo di emozione, ho risposto subito di si..ed è così cominciata una preparazione lunga mesi per cercare la stoffa del colore giusto, confezionare il vestito, cercare gli accessori, prenotare il volo per l'Ecuador e preparare la valigia (questo, come sempre, il giorno prima della partenza).

Un piccolo salto indietro nel tempo: ho conosciuto Alegria allo IED, scuola che abbiamo frequentato entrambe, più di un decennio fà e la sua allegria di nome e di fatto mi ha contagiata.
Alegria è per 1/4 italiana, ma di nascita ecuadoriana, cittadinanza universale.
Dopo l'esperienza a Milano è tornata in Ecuador e, tra il suo paese natale, Italia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, abbiamo sempre coltivato la nostra grande amicizia e ci siamo sempre riviste con cadenza al massimo triennale.
Il 2 ottobre 2011 sono tornata in Ecuador per la seconda volta nella mia vita e il giorno 8 ho avuto l'onore di partecipare ad uno dei matrimoni più belli ed emozionanti a cui abbia mai assistito; tenutosi in multilingua spagnolo-inglese-italiano, all'interno di un Golf-Country Club con tanto di chiesetta cubo-vetro, a latitudine zero e 3000 metri sopra il livello del mare. L'esperienza è stata arricchita da tanto altro: pranzi tipici, escursioni e gite prima e dopo il matrimonio, con gli sposi, con gli amici "gringos" dello sposo e con le persone intervenute da tutte le parti del mondo; amici quitenos, giapponesi, italiani, cileni...e un bel mal d'altitudine a giorni alterni e un tacco rotto subito dopo la cerimonia!
Una meravigliosa esperienza di vita, amicizia e amore.

Dedicato a: Alegria & Reuben Kline
Grazie a: Valeria, Xavier e Ximena Baquero, Los Viveros, Los Arellanos.


Blogk Soundtrack: Cirque du Soleil, Alegria
http://www.youtube.com/watch?v=y-4jnkhA8_o&feature=related

domenica 21 agosto 2011

Yes, we claim.


L'ultimo mese ci ha regalato molte soddisfazioni personali e professionali oltre confine grazie a qualche attenzione suscitata (chissà perché, ma pare sia più facile lì) in Texas e a Londra.

Presi dalla classica disperazione dopo i mille no di Curia, enti promotori, avvocati, banche immagini e chi altri ancora...? per l'utilizzo - e/o manipolazione - di uno dei nostri famosi mosaici per promuovere l'evento estivo più amato dalla città di Ravenna, Fashion Night (e ricordiamo gratuito - quindi non direttamente legato a scopi commerciali), ovvero lo spettacolo culturale di moda che ha avuto luogo venerdì 29 luglio 2011, è arrivato il sì più gradito. Quello di Julie Richey, celebre mosaicista texana, innamorata dell'Italia, che abbiamo trovato casualmente in rete. (www.juliericheymosaics.com)

Ampie vedute a superare le distanze, autentica soddisfazione a rappresentare la mecca del mosaico, e disponibilità immediata a prestare gratuitamente le immagini di una delle sue opere migliori, inviate rapidamente dall'autrice delle foto, Stacy Bratton, tra una gita a Napa e un tuffo nell'Oceano. Abbiamo ottenuto l'immagine perfetta in un istante. Perché fuori di qui la burocrazia si abbatte con un'e-mail, un pizzico di fiducia, un sorriso e una stretta di mano (e solo virtuale, tra l'altro)?


Così La Corrente, un splendido abito 3D in mosaico realizzato con tessere in marmo, smalti, oro e conchiglie, è diventata l'immagine di Fashion Night edizione 2011. Una delle riviste americane più autorevoli sull'arte del mosaico, Mosaic Art Now, con molti lettori europei (e non a caso anche ravennati), ha voluto intervistarmi, per aver portato un pezzo di arte texana moderna tra lo splendore millenario bizantino.



In contemporanea - e sempre via e-mail - ricevo la richiesta da parte di un'importante agenzia anglo-americana di passare un (duro) test per gli adattamenti di campagne internazionali al mercato italiano, in particolare per Mattel. Il tutto viene giudicato sulle reali competenze, non serve, per ora, guardarsi in faccia, o sapere chi conosci o come hai lavorato in passato. Si dà per scontato che le informazioni riportate sul tuo profilo di LinkedIn e quelle contenute nel CV siano autentiche. Il test è ciò che conta. Un altro esempio di burocrazia ridotta al minimo. Un altro esempio di fiducia virtuale basata sul semplice paradigma: necessità >> risposta.

Non amo parlare male del mio Paese (anche se ultimamente faccio una fatica orrenda), ma dal punto di vista burocratico la mia non è certo una voce fuori dal coro. Spesso ho la sensazione di essere come Pollicino, che per uscire dal labirinto deve raggiungere la vetta della montagna, staccare i 3 capelli bianchi dell'orco mentre è sopito, inseguire un coniglio bianco che di solito ha molta fretta, indovinare il rebus della rana dello stagno, lottare contro il lupo cattivo - poveretto, e prima che il sole tramonti raggiungere a nuoto il regno di Molto Molto Lontano.


Bisogna aggiungere che, in queste ultime avventure anglo-americane, abbiamo avuto a che fare - noi, nutrito gruppo di donne - con altrettante donne. Julie, Stacy, Nancie per Fashion Night e Marta, Monika, Anja per Hogarth.
Anche se per natura riusciremmo tranquillamente a perderci nei mille bracci del labirinto per due chiacchiere e un caffé, se la meta richiede velocità di risposta, ecco che il regno di Molto Molto Lontano si avvicina molto rapidamente: bastano un computer e una stretta di mouse.

A Bee
Blogk Soundtrack: Kevin Shields, Are You Awake? - da: Lost in Translation

venerdì 22 luglio 2011

Un giro ai box del Mugello.

Circuito del Mugello: luglio 2011.

Anto e WikiPedna come C1P8 e D3BO in missione nella galassia del Circuito del Mugello, ospiti della Ioda Racing.
Un personale punto di vista di una giornata speciale.


Lo scorso weekend abbiamo avuto il privilegio di fare una gita al Circuito del Mugello con ingresso ai box.
Con sosta prolungata presso quello della Ioda Racing e relativa hospitality, il Team di Pasini e Corsi, per intenderci.
È successo che WikiPedna stringe amicizia con Gianpiero Sacchi, persona di rara gentilizza, ovvero il Sig. Ioda, nonché talent scount di Rossi, Capirossi, Biaggi e Lorenzo, giusto per fare due nomi.
Talento innato per fiutare talenti, oltre al potere magico del millenario sapere Jedi.


Appena arrivati ci sono le prove della Moto GP.
Due cose attirano la mia attenzione.
Il rumore e il silenzio.
Il rombo dei motori è infinitamente più potente ma inspiegabilmente più “controllato” e uniforme di quanto mi aspettassi. I piloti viaggiano in parallelo con l'asfalto (altro mistero Jedi), solo qualche attimo li vedo in verticale.
Un'opera corale uscita dal genio di Balla, Boccioni e Carrà.
È esattamente lì, dipinto su un asfalto di velluto, il perfetto quadro futurista.
E il silenzio. Quello dentro ai box. Pensavo a: concitazione, affanno, eccitazione, fermento e scompiglio. Niente di tutto ciò. Silenzio assoluto. Per meccanici, piloti, ingegneri e la squadra tutta, basta uno sguardo e tutti si capiscono. Raramente ho assistito ad un affiatamento simile.
Saranno anche gesti ripetuti all'infinito, meccanici appunto, ma ogni gara, ogni giro, non nasconde forse mille variabili?



Nella rarefatta atmosferta dei box (e della giornata) osservo le gomme usate per appena qualche giro e quelle tenute a temperatura da macchine sofisticatissime. Una specie di polmone d'acciaio per pneumatici.
Un pirotecnico giro di giosta e adieu, c'est fini.
Tutto brucia e si consuma in fretta qui, anche se tutto pare sempre sotto controllo, nonostante i 300 km all'ora a cui viaggia questo staordinario Cirque du Soleil dalle capacità strabilianti. Eppure anche in poche ore e tra un giro di trapezio e l'altro, si riesce a scovare molta umanità e autentica passione, come quella di Roberto, capo-progetto del motore Ioda Racing del futuro.


Ho capito che la 125 nel 2012 dovrà adeguarsi a nuove regole. Ho capito anche che i giapponesi - in via eccezionale - utilizzano già queste regole con un anno di anticipo sugli altri. Eppure non scorderò mai le loro espressioni attonite e ammirate, nell'osservare il piccolo gioiellino girevole (la pedana lo era), ovvero il nuovo motore del Team, già pronto per competere l'anno prossimo, uscito dal genio della Ioda Racing e della Robby Moto Engineering, presentato la sera prima alla stampa mondiale.
“Ci hanno fregato anche ‘stavolta”. Il balloon in lingua giapponese che, si sa, non ammette parolacce.

Un grazie superspeciale a Gianpiero, un po' Virgilio e un po' Mestro Jedi, che mi ha fatto sentire la Principessa Leila nell'infernale paradiso del Mugello.

A Bee
Blogk Soundtrack: Daft Punk, Arena - Tron: Legacy


Il nostro libro sul copy in giro per lo stivale.



Avendo come pretesto il viaggio all'interno di un'ipotetica rete metropolitana, The Meaning Underground, il libro sul copywriting internazionale da noi curato, non poteva non andare in tour per essere presentato. Ecco qualche nota di quell'esperienza.


Per primo c'è stato l'Italian RoadHouse Café a Ravenna. Debutto difficile, anche se molto caloroso, forse più per le due bottiglie di prosecco dell'aperitivo che per tutto il resto.
Poi è arrivato il Block 60 di Riccione, meno bollicine e più chiacchiere, di quelle dense, con una platea raccolta ma molto illuminata. Oltre alla grande luce che emana sempre il suo fondatore.
Poi un salto al Creativity Day al Teatro Franco Parenti di Milano dove, fra parole, video-interviste e slide show, ho ritrovato molti amici degli anni di studio. Giornata proficua.


Poi è arrivata la fermata all'Associazione Ispano-Americana di Ravenna, dove Elizabeth mi ha costretto ad uno Spanglish Speech davvero divertente. Ancora grazie per l'aperitivo.
Le immancabili bollicine... What a sparkling night ;-)
Poi siamo stati due volte a Bologna. Alla libreria Boox e all'Accademia di Belle Arti.
La prima è andata quasi deserta, non fosse stata per l'oasi di Franz, la seconda fin troppo affollata. Ragazzi, avete una sede favolosa e un'insegnante fantastica. Grazie Marina.

Prima del capolinea arriva la fermata al Photo-Zone di Ponzano Veneto.
Con il navigatore impazzito, la Zone si fa miraggio e arriviamo con un ora e mezza di ritardo.
Grazie alla calma dei nostri ospiti e alla sede perfettamente attrezzata, poi tutto fila via liscio.
Con qualche goccio On the Rocks, naturalmente.
Alla fine il treno si ferma - per ora - da dove è partito. A casa. Ravenna, Casa Matha.
Ci raggiungono Marina e molti altri ospiti. Finale divertente e anche un po' liberatorio.
Da questo treno ancora in corsa, un brindisi a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio.

A Bee
Blogk Soundtrack: Biffy Clyro, Whorses - Only Revolutions

Il Thanksgiving Dinner di Elizabeth.

Thanksgiving all'ispano-italo-americana.

Elizabeth
Fernandez è l'incontro più esplosivo, dopo quello tra nitro e glicerina, che si possa fare.
Con lei conversiamo in inlgese di lunedì e studiamo lo spagnolo di sera. Con lei abbiamo celebrato il Thanksgiving.


Americana di New York, di famiglia cubana, con una laurea madrilena e un marito italiano, Elizabeth per Matitegiovanotte.Ravenna è sempre stata molto di più di una semplice insegnante. Energia vitale contagiosa, simpatia dirompente, per ciascuno dei tre accenti, e profonda umanità.
Elizabeth prepara per noi le migliori lezioni su Marketing, Web Marketing e ultime tendenze nel campo della comunicazione d'oltreoceano che condividiamo ogni lunedì; ci insegna lo spagnolo ai corsi serali presso la sua Associazione Ispano-Americana di Via Mariani, ci aiuta nelle traduzioni - come è avvenuto di recente anche per il nostro libro sul copywriting, The Meaning Underground - e ci coinvolge nelle molte cose che ama.

La più recente è stata la cena del Ringraziamento lo scorso giovedì 25 novembre presso l'Associazione, festa molto sentita per ciascun americano, sia in patria che "in esilio". Circondata dai tanti amici e molti allievi, la tavola della festa era ricca e abbondante, carica di piatti della tipica tradizione USA, di cui Elizabeth ha trasemsso i segreti a ciascuno di noi.
Perciò molti di noi si sono presentati con curiose ricette di fagiolini e mandorle tostate con cipolla di Tropea, torte di zucca mantovana e deliziose cheesecake al Philadelphia, carote caramellate e salse di frutta color porpora; insomma uno straordinario esperimento culinario tra culture, in questo, lontanissime ma straordinariamente vicine nel desiderio di condividerne i risultati.

Ma il re della festa, il povero tacchino (con i molti suoi contorni), è stato preparato perfettamente ad arte da Elizabeth e Paolo.
E se lui non vola più, in noi invece volerà sempre il ricordo di una serata molto originale trascorsa con un'amica molto speciale.
Grazie.

A Bee
Blogk Soundtrack: Alanis Morissette, Citizen of the Planet - Flavors of Entanglement

giovedì 22 luglio 2010

Heineken Jammin' Festival. Venezia: al Parco sotto il palco.

All'HJF quest'anno eravamo in 10.
Avventura di due giorni fra fiumi di musica,
gocce
di pioggia e chicchi di grandine.
Al Parco San Giuliano, affacciato sulla laguna veneta,
di acqua se n'è vista parecchia.

Attesa come una benedizione dopo una canicola di rara intensità,
quella sera la pioggia l'abbiamo detestata tutti.
I Green Day avevano già annunciato il piacere di festeggiare
la loro festa nazionale (il 4 luglio) con un concerto in Italia.
Attesissimi da un pubblico di età molto variabile,
le temperature hanno iniziato a salire man mano che le band previste
si alternavo sul palco: dai Rise Against agli Editors fino ai 30" to Mars,
tutti non facevano che ricordare l'onore di precedere i Green Day.


Arriva la bufera.

La temperatura crolla in pochi secondi, 30 seconds, appunto.
Marina, di natura positiva, annuncia: "Sarà un temporale estivo".
Invece è stato un tifone tropicale.
La quantità d'acqua che si abbatte sulla folla accaldata è impressionante.
In modo rapido e senza appello ci fanno allontanare da palco e impalcature,
rimanendo tutti senza riparo in mezzo al nulla di un parco immenso.
Concerto annullato.

Inizia l'esodo.

Aver tenuto unito il gruppo (costituito in egual misura da minorenni e maggiorenni)
sotto quel diluvio e in balìa di quella folla,
è stata l'attività piuttosto complessa.
Scene di panico, piccoli malori, acqua a metà polpaccio,
navette soppresse, cellulari allagati, fulmini a pochi centimetri dal ponte
a guglie che chissaperché abbiamo imboccato,
oltre al freddo cane, hanno reso folkloristica la missione.
Mancavano solo Mosé e la sua barca, oltre ai i due leocorni.

Per rientrare in albergo (a 10 km da lì) Marina ha corrotto,
con successo, il proprietario di un minivan facendo leva
sulle "penose" condizioni dei più piccoli.
Sono sicura che quei sedili (a 15 giorni di distanza)
producano ancora molta condensa (e chissà perché associo
quest'immagine alla scena di sesso del Titanic).

Solo la metà di noi si sarebbe trattenuta per i concerti del giorno dopo,
perciò le stanze d'albergo erano solo due.
Ma sono state prese d'assalto da 10 persone
con ancora i chicchi di grandine nelle pieghe degli zaini da smaltire.
Quelli rientrati a casa, a più di due ora di macchina,
sono usciti dall'albergo in mise imbarazzanti
con i pochi indumenti in più prestati da quelli rimasti: short a fiorellini
su canotte da camionista (indossati da un uomo senza neanche più le mutande),
pigiami spacciati per bizzarri twin set, leggins su camice
che avevano "assorbito" i 45° C del viaggio di andata.

Il giorno dopo è andata meglio.
Dopo che ci siamo ricongiunti con Maria Paz (Pachi),
amica argentina partita con noi ma il giorno prima in gita
a Venezia - l'unica con cellulare ancora funzionante,
abbiamo tranquillizzato le famiglie che invece web e TV
avevano terrorizzato senza alcuna pietà.


Ritorna un'afa soffocante.
Nessuna traccia del tifone se non nei titoli dei giornali.
Alle 21.30 esce la band più attesa del giorno: i Black Eyed Peas.
E, puntuale, ritorna la pioggia (e altre sventure).
Ma questa volta "the show CAN go on".


Come il Titanic,
il concerto dei Green Day è affondato.
E ancora non mi rassegno.
Ma ringrazio tutti i miei compagni di viaggio.
È stato il gruppo più eterogeneo in cui mi sia mai imbattuta,
ma anche uno dei più divertenti.
Il saggio Dario ha concluso: "Di certo i ragazzi non se lo scorderanno mai".
E magari un giorno nel faranno un blog.
Sofi, i Green Day ce li andiamo a vedere a Wembley.
Tanto lì piove comunque.

A Bee
Blogk Soundtrack: Green Day, Castaway - Warning.

mercoledì 21 luglio 2010

WikiPedna al Motogiro d'Italia. Gita al Motogiro 2010: ultima tappa a Terni, ultima cena a Narni.


Antonio partecipa con la sua Ducati al Motogiro d'Italia.
Una settimana lontano dalle "sue" autostrade, su altri asfalti di passione.

Diciamocelo, Antonio, l'unica "matita" (detto A1 o anche WikiPedna)
che potesse realmente permetterselo - solo per una questione
di possesso del mezzo, sia chiaro - ha partecipato, lo scorso maggio,
al Motogiro d'Italia.
Manifestazione particolarmente suggestiva che corrisponde,
per certi aspetti, alla Mille Miglia ma in versione due ruote.
Una settimana tra Umbria, Toscana e Lazio,
con più di 200 partecipanti provenienti da ogni angolo del pianeta,
di età compresa tra 9 e 83 anni (compiuti on the road)
- il più giovane un ragazzino cileno accompagnato dal nonno
e il più anziano Remo Venturi, grande campione
della classe 500 dell'età eroica - con la più ampia varietà di mezzi
a due ruote per un totale di 1.500 chilometri percorsi.
Antonio, in sella alla sua rossa Ducati Super Sport Junior,
con apposito blasone realizzato per l'occasione
dall'altrettanto rossa Sara Conti, ha ottenuto un incoraggiante 8° posto,
all'interno della sua categoria (Race),
frutto di una serie meticolosa di calcoli, somme e medie giornaliere
che imponevano un limite non superiore ai 40 km/h.
Gara prudente, internazionale,
storica ma soprattutto amatoriale e amatissima.
E siccome alla fine va sempre a finire così,
la cena di commiato con annessa cerimonia di premiazione,
si è svolta, a lume di candela, nel bellissimo castello di Narni,
sotto una brezza provocata dagli antichi vessilli lanciati con abilità
da giovani e addestrati sbandieratori locali,
sotto lo sguardo estasiato dei molti americani,
australiani e olandesi partecipanti.



A Bee
Blogk Soundtrack: Snow Patrol, The Finish Line - da: Eyes Open.